Gestione del rischio clinico – Convegno Nazionale AIIC https://www.convegnonazionaleaiic.it LA SALUTE DI DOMANI, LE TECNOLOGIE DI OGGI Fri, 12 Oct 2018 11:12:05 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=4.9.8 https://www.convegnonazionaleaiic.it/wp-content/uploads/2017/12/cropped-icon-32x32.jpg Gestione del rischio clinico – Convegno Nazionale AIIC https://www.convegnonazionaleaiic.it 32 32 USO SICURO DEI DISPOSITIVI PER IL TRATTAMENTO SOSTITUTIVO RENALE CONTINUO NELLE UNITÀ DI TERAPIA INTENSIVA DELL’ASP DI CATANIA https://www.convegnonazionaleaiic.it/uso-sicuro-dei-dispositivi-per-il-trattamento-sostitutivo-renale-continuo-nelle-unita-di-terapia-intensiva-dellasp-di-catania/ https://www.convegnonazionaleaiic.it/uso-sicuro-dei-dispositivi-per-il-trattamento-sostitutivo-renale-continuo-nelle-unita-di-terapia-intensiva-dellasp-di-catania/#respond Mon, 16 Apr 2018 09:44:36 +0000 https://www.convegnonazionaleaiic.it/uso-sicuro-dei-dispositivi-per-il-trattamento-sostitutivo-renale-continuo-nelle-unita-di-terapia-intensiva-dellasp-di-catania/ Autori » Lista completa degli autori Area tematica Gestione del rischio clinico Abstract Il danno renale acuto, caratterizzato da una rapida riduzione della funzione renale secondaria a patologie renali, extrarenali e sistemiche, presenta un’elevata incidenza nelle Unità Operative di Terapia Intensiva con tassi di mortalità compresi tra il 50 e l’80%. Il trattamento precoce ed …

Continua a leggere »

L'articolo USO SICURO DEI DISPOSITIVI PER IL TRATTAMENTO SOSTITUTIVO RENALE CONTINUO NELLE UNITÀ DI TERAPIA INTENSIVA DELL’ASP DI CATANIA proviene da Convegno Nazionale AIIC.

]]>

Autori »
Lista completa degli autori

Area tematica
Gestione del rischio clinico

Abstract
Il danno renale acuto, caratterizzato da una rapida riduzione della funzione renale secondaria a patologie renali, extrarenali e sistemiche, presenta un’elevata incidenza nelle Unità Operative di Terapia Intensiva con tassi di mortalità compresi tra il 50 e l’80%. Il trattamento precoce ed adeguato del paziente critico con danno renale acuto è fondamentale, così come la sicurezza dei dispositivi utilizzati per il suo espletamento.
Per tale motivo, le Unità di Terapia Intensiva, di Nefrologia e di Cardiologia dell’Azienda Sanitaria Provinciale (ASP) di Catania hanno creato un gruppo di lavoro, con l’obiettivo di proporre procedure ed istruzioni operative relative all’utilizzo in sicurezza dei dispositivi per la terapia sostitutiva renale continua in area critica.
Punti di forza di questo lavoro sono la chiarezza espositiva, la descrizione dettagliata delle procedure e delle relative istruzioni operative e l’interfaccia grafica che consente di seguire, in modo agevole ed efficace, le indicazioni descritte nei testi.
Gli aspetti fondamentali di tali procedure sono la precoce identificazione dei pazienti suscettibili di trattamento extracorporeo continuo, la collaborazione degli specialisti nella scelta del tipo di terapia e nell’avvio della stessa e la gestione efficace e sicura da parte del personale infermieristico del dispositivo utilizzato.
Le procedure e le istruzioni operative redatte dal gruppo di lavoro dell’ASP di Catania sono focalizzate sui trattamenti di Emodialisi Veno-Venosa Continua (CVVHD – Continuous Veno-Venous Hemodialysis) e di Plasma Filtrazione ed Adsorbimento (CPFA – Couple Plasma Filtration and Adsorbtion) con l’utilizzo del citrato come anticoagulante. Le procedure e le istruzioni operative hanno lo scopo di guidare il personale in maniera efficace e sicura nella gestione del trattamento e del dispositivo, per assicurare un adeguato management del danno renale acuto in area critica.
Si intende fornire uno strumento efficace per la standardizzazione dei comportamenti dei professionisti della salute e per la riduzione dei rischi di errore, con la finalità ultima di migliorare la qualità delle prestazioni sanitarie.

 

Autori
Santa Cicarelli uoc anestesia e rianimazione catania
Anna Clementi uoc nefrologia – dialisi – acireale catania
Angela Trovato asp ct catania
Vito Digeronimo dipartimento emergenza‐urgenza asp ct catania
Giovanni Giorgio Battaglia uoc nefrologia – dialisi – acireale catania
Maria Giovanna Pellegrino pp. oo. caltagirone e militello asp ct catania



Torna su »

L'articolo USO SICURO DEI DISPOSITIVI PER IL TRATTAMENTO SOSTITUTIVO RENALE CONTINUO NELLE UNITÀ DI TERAPIA INTENSIVA DELL’ASP DI CATANIA proviene da Convegno Nazionale AIIC.

]]>
https://www.convegnonazionaleaiic.it/uso-sicuro-dei-dispositivi-per-il-trattamento-sostitutivo-renale-continuo-nelle-unita-di-terapia-intensiva-dellasp-di-catania/feed/ 0
GARANTIRE L’ESECUZIONE IN SICUREZZA DI ESAMI DI RISONANZA MAGNETICA IN PAZIENTI PORTATORI DI CIED MR-CONDITIONAL: L’ESPERIENZA DELLA ASL LANCIANO VASTO CHIETI https://www.convegnonazionaleaiic.it/garantire-lesecuzione-in-sicurezza-di-esami-di-risonanza-magnetica-in-pazienti-portatori-di-cied-mr-conditional-lesperienza-della-asl-lanciano-vasto-chieti/ https://www.convegnonazionaleaiic.it/garantire-lesecuzione-in-sicurezza-di-esami-di-risonanza-magnetica-in-pazienti-portatori-di-cied-mr-conditional-lesperienza-della-asl-lanciano-vasto-chieti/#respond Mon, 16 Apr 2018 09:44:32 +0000 https://www.convegnonazionaleaiic.it/garantire-lesecuzione-in-sicurezza-di-esami-di-risonanza-magnetica-in-pazienti-portatori-di-cied-mr-conditional-lesperienza-della-asl-lanciano-vasto-chieti/ Autori » Lista completa degli autori Area tematica Gestione del rischio clinico Abstract Per un lungo periodo, l’esecuzione di esami di Risonanza Magnetica (RM) è stata preclusa ai pazienti portatori di dispositivi cardiaci impiantabili attivi. L’imaging di risonanza magnetica è, tuttavia, ormai divenuto la scelta di elezione per lo studio morfologico e anche funzionale di …

Continua a leggere »

L'articolo GARANTIRE L’ESECUZIONE IN SICUREZZA DI ESAMI DI RISONANZA MAGNETICA IN PAZIENTI PORTATORI DI CIED MR-CONDITIONAL: L’ESPERIENZA DELLA ASL LANCIANO VASTO CHIETI proviene da Convegno Nazionale AIIC.

]]>

Autori »
Lista completa degli autori

Area tematica
Gestione del rischio clinico

Abstract
Per un lungo periodo, l’esecuzione di esami di Risonanza Magnetica (RM) è stata preclusa ai pazienti portatori di dispositivi cardiaci impiantabili attivi. L’imaging di risonanza magnetica è, tuttavia, ormai divenuto la scelta di elezione per lo studio morfologico e anche funzionale di molti tessuti umani, in particolare le strutture molli. La rapida diffusione che questa modalità diagnostica ha incontrato negli ultimi anni è legata alla capacità di fornire immagini ad altissima risoluzione senza dover ricorrere all’utilizzo di radiazioni ionizzanti. Parallelamente, nell’ultimo decennio, il numero di impianti di pacemaker e defibrillatori ha avuto un notevole incremento. Negli Stati Uniti oggi sono almeno 2 milioni i portatori di dispositivi cardiaci, ed è stato stimato che il 50-75% di questi pazienti riceverà, nel corso della vita utile del proprio device, indicazione ad eseguire un esame di risonanza Magnetica. La comunità scientifica ha manifestato negli ultimi anni un notevole interesse per questo argomento, nel tentativo di individuare soluzioni tecnologiche ed organizzative capaci di estendere i benefici della MRI ai pazienti portatori di device cardiaci impiantabili. I risultati ottenuti dalla ricerca hanno permesso di individuare i rischi derivanti dall’incontro di queste due tecnologie e di individuare soluzioni tecniche per eliminare o ridurre tali rischi, consentendo la realizzazione di impianti ed elettrocateteri MR-conditional, cioè compatibili con la RM in determinate condizioni di utilizzo. La specificità dell’esecuzione di esami MRI in pazienti con impianti richiede una struttura clinica dotata di opportune attrezzature, adeguate competenze professionali ed una attenta pianificazione. Le strutture che intendono organizzare questo tipo di servizio, nel rispetto delle Linee Guida nazionali, devono identificare e formare le risorse umane allo scopo dedicate, dotandosi di procedure specifiche e prevedere sessioni di RM dedicate ai portatori di pacemaker, defibrillatori e loop recorder. La ASL Lanciano-Vasto-Chieti ha individuato uno specifico gruppo di lavoro costituito da Radiologo, Aritmologo, Anestesista-Rianimatore, Responsabile dell’Impianto e Risk Manager, che ha studiato attentamente il quadro normativo ed ha identificato un modello organizzativo per effettuare questo esame in condizioni di sicurezza per il paziente, dotandosi di una Procedura specifica e di sessioni dedicate di RM dedicate a pazienti portatori di device PM/ICD/ILR.

 

Autori
Valentina Manso uoc qualità, accreditamento, risk management asl 02 abruzzo chieti italy
Maria Bernadette Di Sciascio uoc qualità, accreditamento, risk management asl 02 abruzzo chieti italy







Torna su »

L'articolo GARANTIRE L’ESECUZIONE IN SICUREZZA DI ESAMI DI RISONANZA MAGNETICA IN PAZIENTI PORTATORI DI CIED MR-CONDITIONAL: L’ESPERIENZA DELLA ASL LANCIANO VASTO CHIETI proviene da Convegno Nazionale AIIC.

]]>
https://www.convegnonazionaleaiic.it/garantire-lesecuzione-in-sicurezza-di-esami-di-risonanza-magnetica-in-pazienti-portatori-di-cied-mr-conditional-lesperienza-della-asl-lanciano-vasto-chieti/feed/ 0
INDICAZIONI OPERATIVE SUL REPROCESSING ENDOSCOPICO https://www.convegnonazionaleaiic.it/indicazioni-operative-sul-reprocessing-endoscopico/ https://www.convegnonazionaleaiic.it/indicazioni-operative-sul-reprocessing-endoscopico/#respond Mon, 16 Apr 2018 09:44:32 +0000 https://www.convegnonazionaleaiic.it/indicazioni-operative-sul-reprocessing-endoscopico/ Autori » Lista completa degli autori Area tematica Gestione del rischio clinico Abstract Il tema del rischio clinico, inteso come la probabilità che il paziente sia vittima di un evento avverso a causa del verificarsi di un errore, è diventato argomento di particolare importanza nelle strutture sanitarie sia per la sua conseguenza economica, ma soprattutto …

Continua a leggere »

L'articolo INDICAZIONI OPERATIVE SUL REPROCESSING ENDOSCOPICO proviene da Convegno Nazionale AIIC.

]]>

Autori »
Lista completa degli autori

Area tematica
Gestione del rischio clinico

Abstract
Il tema del rischio clinico, inteso come la probabilità che il paziente sia vittima di un evento avverso a causa del verificarsi di un errore, è diventato argomento di particolare importanza nelle strutture sanitarie sia per la sua conseguenza economica, ma soprattutto per la sicurezza del paziente.
In particolare, l’infezione correlata a un esame endoscopico ha un’incidenza molto bassa, ma rimane la più frequentemente associata all’uso di un dispositivo medico.
L’utilizzo sicuro degli strumenti endoscopici richiede misure preliminari per ridurre al minimo il rischio di infezioni, attraverso un adeguato processo di disinfezione degli strumenti, detto “reprocessing”, ovvero il trattamento di decontaminazione, detersione e disinfezione di alto livello degli strumenti endoscopici e dei loro accessori.
Lo scopo di questo lavoro è fornire delle indicazioni operative a tutti gli operatori sanitari dei servizi di endoscopia, usando come riferimento le raccomandazioni della Guideline for disinfection and sterilization in healthcare facilities dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC) statunitensi.
Si è tenuto conto inoltre del rapporto tecnico UNI TR 11662 che contiene le buone norme di preservazione e pulizia degli strumentari e che fa seguito all’emanazione della Legge 8 marzo 2017 n. 24, riguardante le “Disposizioni in materia di sicurezza delle cure e della persona assistita nonché in materia di responsabilità professionale degli esercenti le professioni sanitarie” (meglio nota come c.d. legge Gelli–Bianco). Le tematiche affrontate vanno dal rischio clinico legato al reprocessing fino alla responsabilità medico-legale dell’operatore sanitario.
Le indicazioni operative proposte includono sia elementi di tipo strutturale sia aspetti relativi al processo e componenti riguardanti la formazione e la sicurezza degli operatori.
Dalla revisione della letteratura scientifica è emerso che vi è una scarsa aderenza degli operatori alle indicazioni fornite da linee guida e protocolli a causa di un eccessivo carico di lavoro, carenza di personale dedicato o di attrezzature adeguate e mancanza di un sistema di tracciabilità efficace.
L’adozione delle indicazioni operative proposte pertanto può apportare dei miglioramenti omogenei per le strutture operanti nel contesto sanitario nazionale sia in termini di procedure sia rispetto alla formazione del personale, ribadendo la necessità di monitorare il processo per garantire la sicurezza di pazienti e operatori.

 

Autori
Antonietta Perrone a.o.u. federico ii napoli italy
Anna Pisacane a.o.u. federico ii napoli italy
Mariarosaria Basile a.o.u. federico ii napoli italy
Maria Triassi a.o.u. federico ii napoli italy
Margherita de Maria a.o.u. federico ii napoli italy
Carmela Severino a.o.u. federico ii napoli italy
Serena Lombardi a.o.u. federico ii napoli italy


Torna su »

L'articolo INDICAZIONI OPERATIVE SUL REPROCESSING ENDOSCOPICO proviene da Convegno Nazionale AIIC.

]]>
https://www.convegnonazionaleaiic.it/indicazioni-operative-sul-reprocessing-endoscopico/feed/ 0
RISCHIO CLINICO IN RADIOLOGIA: METODO, STRUMENTI E RISULTATI RAGGIUNTI https://www.convegnonazionaleaiic.it/rischio-clinico-in-radiologia-metodo-strumenti-e-risultati-raggiunti/ https://www.convegnonazionaleaiic.it/rischio-clinico-in-radiologia-metodo-strumenti-e-risultati-raggiunti/#respond Mon, 16 Apr 2018 09:44:23 +0000 https://www.convegnonazionaleaiic.it/rischio-clinico-in-radiologia-metodo-strumenti-e-risultati-raggiunti/ Autori » Lista completa degli autori Area tematica Gestione del rischio clinico Abstract Introduzione-La necessità di agire sul miglioramento della sicurezza del paziente e professionale degli operatori hanno dato avvio ad un progetto su tutte le aree del servizio stesso (diagnostiche RM, CT, RX tradizionali, esami in urgenza/emergenza, ecografia, angiografia diagnostica, radiologia interventistica,..). Obiettivi-Incrementare la …

Continua a leggere »

L'articolo RISCHIO CLINICO IN RADIOLOGIA: METODO, STRUMENTI E RISULTATI RAGGIUNTI proviene da Convegno Nazionale AIIC.

]]>

Autori »
Lista completa degli autori

Area tematica
Gestione del rischio clinico

Abstract
Introduzione-La necessità di agire sul miglioramento della sicurezza del paziente e professionale degli operatori hanno dato avvio ad un progetto su tutte le aree del servizio stesso (diagnostiche RM, CT, RX tradizionali, esami in urgenza/emergenza, ecografia, angiografia diagnostica, radiologia interventistica,..).
Obiettivi-Incrementare la sensibilità degli operatori verso la sicurezza; evitare danno al paziente nell’esecuzione di esami radiologici diagnostici e di radiologia interventistica; identificare criticità e soluzioni. Obiettivi di miglioramento prioritario individuati: accesso in sicurezza al sito RM, corretta identificazione dei pazienti, revisione e gestione dei consensi informati, contenimento cadute dei pazienti; sviluppo utilizzo incident reporting con lo scopo finale di addivenire ad un piano di miglioramento sostenibile.
Materiali e metodi-La progettualità di svolgimento è stata divisa in tre fasi distinte: una prima fase di risk assessment, a cui è seguita una fase di analisi dei processi in atto, delle criticità emerse e la definizione di un piano di miglioramento. L’ultima fase è stata incentrata sull’implementazione delle soluzioni identificate e condivise.
Sono stati creati due gruppi di lavoro: uno aziendale, con gli stakeholder del progetto, che ha stabilito gli obiettivi generali, definito le macro aree critiche di intervento, nominato i responsabili di progetto che hanno in seguito identificato i professionisti da coinvolgere nei gruppi di lavoro multidisciplinari operativi.
Fase di assessment: osservazione del processo che ha evidenziato le criticità inerenti alla sicurezza. Condivise queste ultime con i gruppi di lavoro multidiscipl. operativi è stata costruita una FMECA (Failure Mode, Effects, and Criticality Analysis) per valutarne le cause e gli effetti e ad ogni singola criticità è stato valutato l’indice di rischio, RPN (Risk Priority Number).
Partendo dalle criticità con un valore di RPN più alto, si è partiti a definire il piano di miglioramento con le azioni, i responsabili ed i tempi di realizzazione
Risultati e Conclusioni
L’approccio metodologico strutturato in questo progetto ha incrementato la responsabilizzazione, la sensibilizzazione ed al coinvolgimento delle diverse figure professionali coinvolte. L’implementazione delle soluzioni individuate per le criticità con alto RPN, ad alto impatto e basso impiego di risorse, ha costituito un altro elemento rilevante per proseguire verso il “miglioramento” continuo.

 

Autori
LUISELLA FERRETTI ao ss antonio e biagio e c. arrigo alessandria italy
ROBERTA BELLINI ao ss antonio e biagio e c. arrigo alessandria italy
VALTER DECLAME ao ss antonio e biagio e c. arrigo alessandria italy
STEFANO BARBERO ao ss antonio e biagio e c. arrigo alessandria italy
IVAN GALLESIO ao ss antonio e biagio e c. arrigo alessandria italy
DARIA VALENTINI ao ss antonio e biagio e c. arrigo alessandria italy
FRANCESCO STALLONE ao ss antonio e biagio e c. arrigo alessandria italy
MARA MIGLIAZZA medipass srl bologna italy

Torna su »

L'articolo RISCHIO CLINICO IN RADIOLOGIA: METODO, STRUMENTI E RISULTATI RAGGIUNTI proviene da Convegno Nazionale AIIC.

]]>
https://www.convegnonazionaleaiic.it/rischio-clinico-in-radiologia-metodo-strumenti-e-risultati-raggiunti/feed/ 0
COME OTTIMIZZARE LA CURA DEL PAZIENTE IN SALA OPERATORIA: LE APPARECCHIATURE DI MONITORAGGIO PER LA GESTIONE EMODINAMICA https://www.convegnonazionaleaiic.it/come-ottimizzare-la-cura-del-paziente-in-sala-operatoria-le-apparecchiature-di-monitoraggio-per-la-gestione-emodinamica/ https://www.convegnonazionaleaiic.it/come-ottimizzare-la-cura-del-paziente-in-sala-operatoria-le-apparecchiature-di-monitoraggio-per-la-gestione-emodinamica/#respond Mon, 16 Apr 2018 09:44:23 +0000 https://www.convegnonazionaleaiic.it/come-ottimizzare-la-cura-del-paziente-in-sala-operatoria-le-apparecchiature-di-monitoraggio-per-la-gestione-emodinamica/ Autori » Lista completa degli autori Area tematica Gestione del rischio clinico Abstract Nonostante la medicina entri nel novero delle scienze, ancora oggi la performance dei clinici in sala operatoria è soggetta ad un’ampia variabilità: essi, infatti, anziché affidarsi alle Linee Guida delle Società Scientifiche di riferimento, spesso agiscono secondo la propria discrezionalità, correndo il …

Continua a leggere »

L'articolo COME OTTIMIZZARE LA CURA DEL PAZIENTE IN SALA OPERATORIA: LE APPARECCHIATURE DI MONITORAGGIO PER LA GESTIONE EMODINAMICA proviene da Convegno Nazionale AIIC.

]]>

Autori »
Lista completa degli autori

Area tematica
Gestione del rischio clinico

Abstract
Nonostante la medicina entri nel novero delle scienze, ancora oggi la performance dei clinici in sala operatoria è soggetta ad un’ampia variabilità: essi, infatti, anziché affidarsi alle Linee Guida delle Società Scientifiche di riferimento, spesso agiscono secondo la propria discrezionalità, correndo il rischio che il paziente manifesti complicanze post-operatorie, potenzialmente gravi.
Tra le principali cause di complicanze, la letteratura ha individuato la gestione anestesiologica ed emodinamica durante l’intervento chirurgico. Un esempio è rappresentato dalla fluidoterapia impostata sul paziente: se il paziente riceve una quantità di liquidi insufficiente, viene compromessa la perfusione renale e aumenta il rischio di insufficienza renale acuta nel post-operatorio. Se, invece, la quantità di liquidi è eccessiva rispetto al bisogno, aumenta il rischio di edema polmonare e tissutale. Queste complicanze, come tante altre causate da una scorretta fluidoterapia, prolungano i tempi di degenza e incrementano i costi che l’ospedale deve sostenere per la gestione e la cura del paziente.
Al fine di poter replicare lo stesso trattamento su ogni paziente, l’anestesista ha bisogno di una guida appropriata, in modo da erogare una fluidoterapia ‘tailored’, cioè cucita su misura sul paziente. Strategico è il ruolo dell’ingegnere clinico il quale, consapevole della criticità della gestione emodinamica intraoperatoria, ha il compito di individuare la strumentazione biomedicale migliore tale da ottimizzare il processo di cura, salvaguardando lo stato del paziente. Oggi esistono dispositivi di monitoraggio emodinamico in grado di rispondere a questa esigenza, misurando la portata cardiaca e altri parametri emodinamici che guidano la condotta anestesiologica del clinico, sia in chirurgia elettiva che in urgenza.
Una vasta e concorde letteratura ha dimostrato che l’impiego di apparecchiature di monitoraggio intraoperatorio, seguendo uno specifico protocollo, ha portato a una forte riduzione del rischio di complicanze post-operatorie. A questo segue una gestione più razionale degli interventi chirurgici e un miglioramento delle condizioni generali del paziente. Un paziente curato in modo più appropriato, risulta meno esposto ad eventi avversi e può andare incontro a dimissioni anticipate. Il vantaggio che ne consegue si traduce in una contrazione dei costi di degenza, del consumo di risorse e di ulteriori terapie, generando un risparmio economico per l’ente ospedaliero.

 

Autori
Giuliana Barbieri edwards lifescience italia milano italy
Nicola Paolantonio edwards lifescience italia milano italy







Torna su »

L'articolo COME OTTIMIZZARE LA CURA DEL PAZIENTE IN SALA OPERATORIA: LE APPARECCHIATURE DI MONITORAGGIO PER LA GESTIONE EMODINAMICA proviene da Convegno Nazionale AIIC.

]]>
https://www.convegnonazionaleaiic.it/come-ottimizzare-la-cura-del-paziente-in-sala-operatoria-le-apparecchiature-di-monitoraggio-per-la-gestione-emodinamica/feed/ 0
SENSORE PRESENZA ALLETTATI https://www.convegnonazionaleaiic.it/sensore-presenza-allettati/ https://www.convegnonazionaleaiic.it/sensore-presenza-allettati/#respond Mon, 16 Apr 2018 09:44:17 +0000 https://www.convegnonazionaleaiic.it/sensore-presenza-allettati/ Autori » Lista completa degli autori Area tematica Gestione del rischio clinico Abstract L’innalzamento della aspettativa di vita, porta inesorabilmente ad un aumento di demenze degenerative. Nel corso dell’assistenza e del peggioramento dello stato di salute, di un parente di un nostro collaboratore, che ha cercato un prodotto che potesse aiutarlo inizialmente a superare il …

Continua a leggere »

L'articolo SENSORE PRESENZA ALLETTATI proviene da Convegno Nazionale AIIC.

]]>

Autori »
Lista completa degli autori

Area tematica
Gestione del rischio clinico

Abstract
L’innalzamento della aspettativa di vita, porta inesorabilmente ad un aumento di demenze degenerative.
Nel corso dell’assistenza e del peggioramento dello stato di salute, di un parente di un nostro collaboratore, che ha cercato un prodotto che potesse aiutarlo inizialmente a superare il periodo più difficile di “non controllo” del malato allettato, e cioè principalmente nelle ore notturne e poi nelle varie fasi, anche nelle ore diurne, non riuscendo a trovare nulla sul mercato che rispondesse alla sua esigenza, abbiamo ideato/progettato/costruito un prodotto (totalmente made in Italy) che ha ottenuto risultati eccezionali tali da migliorare l’assistenza al malato e nel contempo migliorare la qualità della vita sua e delle badanti che si sono succedute nella cura del malato nell’evoluzione della malattia
Il raggiungimento dell’obbiettivo, ci ha spinti a guardare oltre, ed è stato ideato un Sistema che, per utilizzi che vanno oltre a quello nativo (per pazienti soggetti a demenze), può essere utilizzato anche in ambiti diversi ampliando il potenziale “raggio di utilizzo”.
L’ampliamento delle caratteristiche fisiche delle persone allettate, ci hanno indotto a eseguire test e prove su personale molto eterogeneo al fine di poter soddisfare il maggior numero di pazienti che per caratteristiche di peso, altezza, mobilità , ecc… , ha impegnato parecchi mesi nella generazione di uno strumento (Hardware e Software) che oggi soddisfa la quasi totalità di persone allettate soggette a controllo.
Pariteticamente alla cura del progetto sul sensore, è stato creato una Sistema formato da Consolle, Smartphone (dati in dotazione) che, con una grafica molto semplice ed intuitiva, consente facilmente di intervenire, in caso di allarme, di chiedere aiuto a colleghi/medici/118, ed a registrare l’evento classificandolo e registrando eventuali segnalazioni direttamente dagli Smarphone o dalla Consolle stessa, storicizzando tutti gli eventi e poter scaricare i dati raccolti al fine di poter farne l’uso che se ne richiede, come analisi statistiche, registrazione delle info in cartella Clinica elettronica esistente in Struttura, verifica del pronto intervento su eventi avversi, ecc…
Al fine di poter rendere lo strumento ancora più utile al personale Ospedaliero, il prodotto è dotabile di telecamere che consentono di vedere direttamente sullo Smatphone, ed in diretta, il sensore/paziente che ha generato l’allarme per poter valutare immediatamente la gravità dell’allamre stesso

 

Autori
Roberto Barbieri barbieri verbania italy








Torna su »

L'articolo SENSORE PRESENZA ALLETTATI proviene da Convegno Nazionale AIIC.

]]>
https://www.convegnonazionaleaiic.it/sensore-presenza-allettati/feed/ 0
CASE STUDY: PQ TRASPORTO EMOCOMPONENTI – CRITICITÀ DELLA TEMPERATURA DEL CARICO DEL SANGUE INTERO https://www.convegnonazionaleaiic.it/case-study-pq-trasporto-emocomponenti-criticita-della-temperatura-del-carico-del-sangue-intero/ https://www.convegnonazionaleaiic.it/case-study-pq-trasporto-emocomponenti-criticita-della-temperatura-del-carico-del-sangue-intero/#respond Mon, 16 Apr 2018 09:44:17 +0000 https://www.convegnonazionaleaiic.it/case-study-pq-trasporto-emocomponenti-criticita-della-temperatura-del-carico-del-sangue-intero/ Autori » Lista completa degli autori Area tematica Gestione del rischio clinico Abstract Lo studio ha misurato l’andamento nel tempo della temperatura all’interno della camera del frigorifero collocato nell’automedica, al fine di documentare se l’apparecchiatura è in grado di fornire le prestazioni idonee alle specifiche destinazioni d’uso con diverse metodiche di carico ed il mantenimento …

Continua a leggere »

L'articolo CASE STUDY: PQ TRASPORTO EMOCOMPONENTI – CRITICITÀ DELLA TEMPERATURA DEL CARICO DEL SANGUE INTERO proviene da Convegno Nazionale AIIC.

]]>

Autori »
Lista completa degli autori

Area tematica
Gestione del rischio clinico

Abstract
Lo studio ha misurato l’andamento nel tempo della temperatura all’interno della camera del frigorifero collocato nell’automedica, al fine di documentare se l’apparecchiatura è in grado di fornire le prestazioni idonee alle specifiche destinazioni d’uso con diverse metodiche di carico ed il mantenimento della temperatura ambiente al suo interno (22°C±2) come richiesto dalla normativa vigente (rif. guida attività convalida processi ST e UdR feb 2014 – CNS).
I materiali utilizzati sono stati: dispositivo per trasporto materiale biologico, schede tecniche e manuali d’uso, datalogger e sensori di temperatura, frigoemoteca, incubatore, bloodphantom, carico simulato, certificati di taratura e dispositivi di protezione.
Da un lato è stato effettuato il posizionamento delle sonde di temperatura nella camera di lavoro del trasporto materiale biologico (22 °C) secondo le indicazioni del fabbricante e nel core del BloodPhantom ed è stata effettuata la registrazione dati per 60 minuti, con apparecchiatura impostata a 22 °C, simulando trasporto in condizioni esterne invernali (4 °C frigoemoteca) con carico variabile (max 12 sacche o min 1 sacca) e a temperatura variabile.
La caratterizzazione dell’andamento della curva di temperatura in funzione dello spazio-tempo chiarisce il reale andamento della temperatura all’interno della camera di lavoro e del BloodPhantom. La valutazione della temperatura del core del BloodPhantom fornisce i valori reali di temperatura del materiale contenuto. Dalle misure eseguite si evidenzia come la temperatura del carico influisca in maniera decisiva sull’andamento della temperatura di trasporto (indipendentemente dalle condizioni di temperatura impostate e dalle condizioni esterne al sistema). Per mantenere una corretta temperatura di trasporto è determinante una corretta temperatura iniziale del carico.
Dall’altro è stato effettuato un controllo e monitoraggio della temperatura nella camera di lavoro del traporto (22°C±2) del Sangue Intero utilizzando l’Emo Moving System (450 ml) posizionato all’interno della camera, a pieno carico (5 sacche), vuoto e a mezzo carico (2-3 sacche). Ogni prova è stata rilevata nel tempo intercorso (20-30 min) tra il centro di raccolta e il centro di produzione di riferimento.
La temperatura all’interno della camera di lavoro durante il trasporto dell’unità di Sangue Intero si mantiene alla temperatura ambiente 22° C ± 2.

 

Autori
Davide Ventura elettronica bio medicale s.p.a. perugia italy
Valeria Giordano azienda ospedaliero-universitaria sant’andrea – servizio ingegneria clinica roma italy
Stefania Vaglio azienda ospedaliero-universitaria sant’andrea – servizio immunoematologia e medicina trasfusionale roma italy
Carlo Pazzaglia a.o. marche nord – servizio immunoematologia e medicina trasfusionale pesaro italy
Cinzia Berdini azienda ospedaliero-universitaria sant’andrea – servizio immunoematologia e medicina trasfusionale roma italy
Liliana Grossi a.o. marche nord – servizio immunoematologia e medicina trasfusionale pesaro italy
Danila Insalaco centro regionale sangue regione lazio roma italy
Mauro Masci azienda ospedaliero-universitaria sant’andrea – servizio immunoematologia e medicina trasfusionale roma italy
Enrico Duranti azienda ospedaliero-universitaria sant’andrea – servizio immunoematologia e medicina trasfusionale roma italy
Tommaso Bruè elettronica bio medicale s.p.a. perugia italy

Torna su »

L'articolo CASE STUDY: PQ TRASPORTO EMOCOMPONENTI – CRITICITÀ DELLA TEMPERATURA DEL CARICO DEL SANGUE INTERO proviene da Convegno Nazionale AIIC.

]]>
https://www.convegnonazionaleaiic.it/case-study-pq-trasporto-emocomponenti-criticita-della-temperatura-del-carico-del-sangue-intero/feed/ 0
SISTEMI PER LA TRACCIABILITÀ DELLA DOSE AL PAZIENTE AI SENSI DELLA DIRETTIVA EURATOM 59/2013- IL CASO DELL’A.O.R.N. CARDARELLI https://www.convegnonazionaleaiic.it/sistemi-per-la-tracciabilita-della-dose-al-paziente-ai-sensi-della-direttiva-euratom-59-2013-il-caso-della-o-r-n-cardarelli/ https://www.convegnonazionaleaiic.it/sistemi-per-la-tracciabilita-della-dose-al-paziente-ai-sensi-della-direttiva-euratom-59-2013-il-caso-della-o-r-n-cardarelli/#respond Mon, 16 Apr 2018 09:44:13 +0000 https://www.convegnonazionaleaiic.it/sistemi-per-la-tracciabilita-della-dose-al-paziente-ai-sensi-della-direttiva-euratom-59-2013-il-caso-della-o-r-n-cardarelli/ Autori » Lista completa degli autori Area tematica Gestione del rischio clinico Abstract Nell’ambito dei principi fondamentali di sicurezza relativi alla protezione contro i pericoli derivanti dall’esposizione alle radiazioni ionizzanti, la nuova direttiva 2013/59/EURATOM richiama l’importanza della dose erogata sulla base dei livelli diagnostici di riferimento, mirando all’ottimizzazione della dose radiante secondo il principio ALARA …

Continua a leggere »

L'articolo SISTEMI PER LA TRACCIABILITÀ DELLA DOSE AL PAZIENTE AI SENSI DELLA DIRETTIVA EURATOM 59/2013- IL CASO DELL’A.O.R.N. CARDARELLI proviene da Convegno Nazionale AIIC.

]]>

Autori »
Lista completa degli autori

Area tematica
Gestione del rischio clinico

Abstract
Nell’ambito dei principi fondamentali di sicurezza relativi alla protezione contro i pericoli derivanti dall’esposizione alle radiazioni ionizzanti, la nuova direttiva 2013/59/EURATOM richiama l’importanza della dose erogata sulla base dei livelli diagnostici di riferimento, mirando all’ottimizzazione della dose radiante secondo il principio ALARA ed alla tracciabilità e trasparenza dei livelli di dose erogata al paziente.
Da diversi anni l’Azienda si è prodigata alla questione investendo ingenti capitali per l’acquisto di dispositivi Hardware e Software di ultima generazione attraverso cui è possibile avere una riduzione nonché visualizzazione/memorizzazione della dose erogata, da ogni singola apparecchiatura facente utilizzo di Raggi X, al paziente.
L’A.O.R.N. “A. Cardarelli” oggetto del presente studio, in particolare, ha in dotazione differenti strumenti Software per il monitoraggio e la gestione degli indici dosimetrici. L’idea alla base del presente lavoro è stata quella di definire un sistema unico che consentisse l’interfacciamento con tutte le apparecchiature elettromedicali (che rientrano nel campo di applicazione della direttiva), in dotazione all’Azienda, al fine di raccoglierne tutte le informazioni necessarie alla valutazione delle procedure medico-radiologiche garantendo una perfetta rispondenza dei dati con le esigenze informative dell’utente finale, in accordo con la normativa di riferimento.
L’interfaccia finale deve, quindi, consentire:
. l’acquisizione di tutte le informazioni quantitative e qualitative derivanti dall’esposizione delle radiazioni ionizzanti;
. tutte le summenzionate informazioni devono risultare di facile interpretazione da parte dell’utilizzatore finale;
. l’interfaccia deve rappresentare uno strumento software adatto alla completa gestione del rischio radiologico in grado di funzionare e garantire performance adeguate.
In altre parole, tale Software deve fungere non solo da contenitore, della gran mole di dati provenienti dalle apparecchiature summenzionate ma, tramite esso, si deve poter aver tracciare della dose radiante somministrata di volta in volta al paziente e l’integrazione dell’informazione

 

Autori
YLENIA SCOLA a.o.r.n. cardarelli napoli italy








Torna su »

L'articolo SISTEMI PER LA TRACCIABILITÀ DELLA DOSE AL PAZIENTE AI SENSI DELLA DIRETTIVA EURATOM 59/2013- IL CASO DELL’A.O.R.N. CARDARELLI proviene da Convegno Nazionale AIIC.

]]>
https://www.convegnonazionaleaiic.it/sistemi-per-la-tracciabilita-della-dose-al-paziente-ai-sensi-della-direttiva-euratom-59-2013-il-caso-della-o-r-n-cardarelli/feed/ 0
CONSENSO SUPER INFORMATO LA RISPOSTA ALLA LEGGE 219 DEL 17/12/2017 https://www.convegnonazionaleaiic.it/consenso-super-informato-la-risposta-alla-legge-219-del-17-12-2017/ https://www.convegnonazionaleaiic.it/consenso-super-informato-la-risposta-alla-legge-219-del-17-12-2017/#respond Mon, 16 Apr 2018 09:44:13 +0000 https://www.convegnonazionaleaiic.it/consenso-super-informato-la-risposta-alla-legge-219-del-17-12-2017/ Autori » Lista completa degli autori Area tematica Gestione del rischio clinico Abstract La Legge 219 Del 17/12/2017 4. Il consenso informato, acquisito nei modi e con gli strumenti più consoni alle condizioni del paziente, è documentato in forma scritta o attraverso videoregistrazioni o, per la persona con disabilità, attraverso dispositivi che le consentano di …

Continua a leggere »

L'articolo CONSENSO SUPER INFORMATO LA RISPOSTA ALLA LEGGE 219 DEL 17/12/2017 proviene da Convegno Nazionale AIIC.

]]>

Autori »
Lista completa degli autori

Area tematica
Gestione del rischio clinico

Abstract
La Legge 219 Del 17/12/2017
4. Il consenso informato, acquisito nei modi e con gli strumenti più consoni alle condizioni del paziente, è documentato in forma scritta o attraverso videoregistrazioni o, per la persona con disabilità, attraverso dispositivi che le consentano di comunicare. Il consenso informato, in qualunque forma espresso, è inserito nella cartella clinica e nel fascicolo sanitario elettronico.
Il Paziente
Ha bisogno di conoscenza della procedura che affronterà
Non ha competenze mediche, non capisce la gran parte dei termini usati normalmente per descrivere le procedure
Ma ha il diritto (umano e legale LEGGE 219 DEL 17/12/2017) di essere informato e di esprimere un consenso informato alla procedura
Il Medico
Deve poter trasmettere in modo efficace al paziente la conoscenza della procedura che affronterà
Deve adattare la modalità di comunicazione per meglio farsi comprendere, stando attento a non trasmettere concetti mal interpretabili
Ha bisogno di fornire a tutti i pazienti le stesse informazioni
Deve comunicare nella stessa lingua del paziente
Ha la necessità di assicurarsi che il paziente abbia realmente capito le informazioni trasmesse
Possibilmente in un tempo definito e prevedibile
CSI
CSI è il primo sistema , pensato da medici e pazienti per medici e pazienti, basato su Tecnologia di Realtà Aumentata, per Informare in modo semplice e Certo su qualunque procedura medica
Come Funziona in Pratica
Al Paziente viene fornito da parte dell’equipe medica un tablet che:
Arricchisce, traducendo in immagini, attraverso la Realtà Aumentata, il normale Consenso Informato cartaceo con filmati e animazioni di facile comprensione.
Permette di rivedere la spiegazione fino ad una totale comprensione.
Propone al Paziente una conferma di comprensione
L’intera procedura potrà essere sottoscritta dal paziente, dematerializzata e custodita elettronicamente
Le Informazioni sono disponibili in piu’ lingue ( compreso il linguaggio dei segni )
In Pratica
La nuovissima piattaforma per la digitalizzazione Di CSI si pone l’obiettivo di innovare il mondo in cui informare il Paziente attraverso percorsi divulgativi didattici facilitati con finalità di salvaguardia del rapporto di fiducia e informazione della pratica chirurgica svolta. L’applicazione rappresenta quindi un servizio divulgativo di alta specializzazione medica rivolto a pazienti, medici, per facilitarne la comunicazione e rendere qualsiasi tipo di intervento veramente consapevole.

 

Autori
Luigi Tiene life tree srl tribano ( pd) italy








Torna su »

L'articolo CONSENSO SUPER INFORMATO LA RISPOSTA ALLA LEGGE 219 DEL 17/12/2017 proviene da Convegno Nazionale AIIC.

]]>
https://www.convegnonazionaleaiic.it/consenso-super-informato-la-risposta-alla-legge-219-del-17-12-2017/feed/ 0
INCIDENT REPORTING & AUDIT GESTIONE CHIAMATE NUMERO UNICO DI EMERGENZA 1.1.2.: IL MODELLO DELLE REGIONI PIEMONTE E VALLE D’AOSTA https://www.convegnonazionaleaiic.it/incident-reporting-audit-gestione-chiamate-numero-unico-di-emergenza-1-1-2-il-modello-delle-regioni-piemonte-e-valle-daosta/ https://www.convegnonazionaleaiic.it/incident-reporting-audit-gestione-chiamate-numero-unico-di-emergenza-1-1-2-il-modello-delle-regioni-piemonte-e-valle-daosta/#respond Mon, 16 Apr 2018 09:44:13 +0000 https://www.convegnonazionaleaiic.it/incident-reporting-audit-gestione-chiamate-numero-unico-di-emergenza-1-1-2-il-modello-delle-regioni-piemonte-e-valle-daosta/ Autori » Lista completa degli autori Area tematica Gestione del rischio clinico Abstract Le Regioni Piemonte e Valle d’Aosta, nell’anno 2017, hanno dato avvio al Numero Unico di Emergenza Europeo (NUE) 1.1.2., secondo il modello della Centrale Unica di Risposta (CUR), individuando n. 2 CUR (Torino e Saluzzo) per un bacino di 4.573.532 abitanti. L’obiettivo …

Continua a leggere »

L'articolo INCIDENT REPORTING & AUDIT GESTIONE CHIAMATE NUMERO UNICO DI EMERGENZA 1.1.2.: IL MODELLO DELLE REGIONI PIEMONTE E VALLE D’AOSTA proviene da Convegno Nazionale AIIC.

]]>

Autori »
Lista completa degli autori

Area tematica
Gestione del rischio clinico

Abstract
Le Regioni Piemonte e Valle d’Aosta, nell’anno 2017, hanno dato avvio al Numero Unico di Emergenza Europeo (NUE) 1.1.2., secondo il modello della Centrale Unica di Risposta (CUR), individuando n. 2 CUR (Torino e Saluzzo) per un bacino di 4.573.532 abitanti.
L’obiettivo perseguito con l’introduzione del NUE 1.1.2. è quello di incrementare l’efficacia nella gestione delle chiamate d’emergenza, attraverso l’introduzione della CUR, funzionale punto di contatto tra l’utente e le centrali operative di secondo livello (PSAP2 Carabinieri, Emergenza Sanitaria, Polizia, Polizia Locale (se H24), Vigili del Fuoco), che si occupi di ricevere le chiamate provenienti da rete fissa e mobile, localizzare il chiamante, smistare fonia e scheda contatto verso il PSAP2 competente, ovvero filtrare le chiamate improprie.
Al fine di garantire una risposta efficace e omogenea agli utenti, si è rivelato indispensabile introdurre un sistema strutturato di identificazione ed analisi di eventuali aree di criticità, sia attraverso segnalazioni da parte degli Operatori/Capi Turno di eventi indesiderati (eventi significativi e quasi-eventi) riconducibili ad ipotesi codificate, sia attraverso un’attività di audit da parte dei Responsabili della corrispondenza della performance della chiamata a standard di gestione predefiniti.
L’Operatore/Capo Turno che incorre in eventi avversi (eventi che comportano una conseguenza non intenzionale e non desiderabile) o in quasi-eventi (accadimenti con potenzialità di causare un evento avverso, che non si verifica per caso fortuito, o perché intercettato, o perché non ha comportato conseguenze avverse), su base volontaria, compila la scheda di Incident Reporting.
A seguito della compilazione della suddetta scheda, oppure in occasione dei riascolti di chiamate in numero standard per ogni Operatore/Turno o del rilascio di registrazioni agli aventi diritto, i Responsabili procedono con l’attività di audit di gestione della chiamata per verificare l’aderenza alle procedure operative (risposta standard, localizzazione, conduzione intervista telefonica), comportamentali (irreprensibilità dell’intervista all’utente e del passaggio al PSAP2), tecnologiche ed il rispetto delle tempistiche standard.
I Responsabili,infine,effettuano una valutazione di esito (situazione pericolosa o danno potenziale/evento non occorso-danno grave occorso/esito significativo), determinando una stima della probabilità di riaccadimento e dando evidenza dei provvedimenti intrapresi.

 

Autori
Irene Marchese asl to3 – aou città della salute e della scienza di torino torino italy
Danilo Bono asl cn2 alba italy
Cristian Rolle asl to3 – aou città della salute e della scienza di torino torino italy
Walter Occelli asl cn1 cuneo italy





Torna su »

L'articolo INCIDENT REPORTING & AUDIT GESTIONE CHIAMATE NUMERO UNICO DI EMERGENZA 1.1.2.: IL MODELLO DELLE REGIONI PIEMONTE E VALLE D’AOSTA proviene da Convegno Nazionale AIIC.

]]>
https://www.convegnonazionaleaiic.it/incident-reporting-audit-gestione-chiamate-numero-unico-di-emergenza-1-1-2-il-modello-delle-regioni-piemonte-e-valle-daosta/feed/ 0