AFFILIAZIONE
fondazione don carlo gnocchi onlus
AUTORE PRINCIPALE
Ing. Paruta Maria Chiara
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GRUPPO DI LAVORO
Ing. Volonterio Nicola fondazione don carlo gnocchi onlus
AREA TEMATICA
Interoperabilità dei dispositivi medici
ABSTRACT
Nel contesto di Fondazione Don Carlo Gnocchi ONLUS, realtà presente sul territorio italiano con 25 centri (tra cui due IRCCS) e altrettanti ambulatori, la gestione delle numerose apparecchiature connesse alla rete ha evidenziato la necessità di un approccio analitico per il censimento delle componenti hardware e software del sistema con le relative integrazioni e per identificare procedure standard di ripristino in caso di guasto.
Per fare ciò, in collaborazione con la Direzione Processi Sistemi Informativi (DPSI), si è deciso di estendere un documento, già in uso per la gestione dei servizi IT all’interno di Fondazione, ai dispositivi elettromedicali interfacciati ad una rete.
Il modello di documento di partenza, che prende il nome di Service Design Package (SDP), appartiene allo standard ITIL e prevede tre sezioni principali:
– architettura del servizio: contiene la descrizione delle componenti base ed accessorie del sistema ed eventuali integrazioni applicative ed infrastrutturali;
– architettura tecnica: contiene le specifiche tecniche di componenti hardware e software del sistema, database, rete, politiche di security e log managment;
– gestione del servizio: in cui sono descritte le procedure di escalation e gestione dei ticket.
Il modello standard SDP, è stato rivisto per poterlo applicare ai dispositivi medici e creare un linguaggio comune tra il SIC e la DPSI.
La sua applicazione come prerequisito obbligatorio all’installazione di apparecchiature connesse si è dimostrata utile per definire puntualmente le risorse informatiche necessarie e ottimizzare così la gestione dell’installazione, sia da parte del SIC che della DPSI.
Il documento permette anche di stabilire responsabilità e compiti tra i tre principali soggetti coinvolti nella
gestione del servizio, ovvero DPSI, SIC e fornitore. L’SDP consente infatti un’efficace comunicazione tra i diversi stakeholder, limitando una dilatazione dei tempi di intervento e ripristino del servizio, che porterebbero a conseguenti disagi per gli operatori e per i pazienti, possibile perdita di dati e anche un aumento dei costi.
La redazione del documento, che per essere efficace deve essere costantemente aggiornato, permette anche di creare una casistica standard di installazioni di sistemi di apparecchiature che consente di delineare i prerequisiti necessari all’installazione e un archivio storico di criticità affrontate che potrebbero verificarsi su installazioni dello stesso tipo in altri centri di Fondazione.
Per fare ciò, in collaborazione con la Direzione Processi Sistemi Informativi (DPSI), si è deciso di estendere un documento, già in uso per la gestione dei servizi IT all’interno di Fondazione, ai dispositivi elettromedicali interfacciati ad una rete.
Il modello di documento di partenza, che prende il nome di Service Design Package (SDP), appartiene allo standard ITIL e prevede tre sezioni principali:
– architettura del servizio: contiene la descrizione delle componenti base ed accessorie del sistema ed eventuali integrazioni applicative ed infrastrutturali;
– architettura tecnica: contiene le specifiche tecniche di componenti hardware e software del sistema, database, rete, politiche di security e log managment;
– gestione del servizio: in cui sono descritte le procedure di escalation e gestione dei ticket.
Il modello standard SDP, è stato rivisto per poterlo applicare ai dispositivi medici e creare un linguaggio comune tra il SIC e la DPSI.
La sua applicazione come prerequisito obbligatorio all’installazione di apparecchiature connesse si è dimostrata utile per definire puntualmente le risorse informatiche necessarie e ottimizzare così la gestione dell’installazione, sia da parte del SIC che della DPSI.
Il documento permette anche di stabilire responsabilità e compiti tra i tre principali soggetti coinvolti nella
gestione del servizio, ovvero DPSI, SIC e fornitore. L’SDP consente infatti un’efficace comunicazione tra i diversi stakeholder, limitando una dilatazione dei tempi di intervento e ripristino del servizio, che porterebbero a conseguenti disagi per gli operatori e per i pazienti, possibile perdita di dati e anche un aumento dei costi.
La redazione del documento, che per essere efficace deve essere costantemente aggiornato, permette anche di creare una casistica standard di installazioni di sistemi di apparecchiature che consente di delineare i prerequisiti necessari all’installazione e un archivio storico di criticità affrontate che potrebbero verificarsi su installazioni dello stesso tipo in altri centri di Fondazione.