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Gestione del rischio clinico
Abstract
Il tema del rischio clinico, inteso come la probabilità che il paziente sia vittima di un evento avverso a causa del verificarsi di un errore, è diventato argomento di particolare importanza nelle strutture sanitarie sia per la sua conseguenza economica, ma soprattutto per la sicurezza del paziente.
In particolare, l’infezione correlata a un esame endoscopico ha un’incidenza molto bassa, ma rimane la più frequentemente associata all’uso di un dispositivo medico.
L’utilizzo sicuro degli strumenti endoscopici richiede misure preliminari per ridurre al minimo il rischio di infezioni, attraverso un adeguato processo di disinfezione degli strumenti, detto “reprocessing”, ovvero il trattamento di decontaminazione, detersione e disinfezione di alto livello degli strumenti endoscopici e dei loro accessori.
Lo scopo di questo lavoro è fornire delle indicazioni operative a tutti gli operatori sanitari dei servizi di endoscopia, usando come riferimento le raccomandazioni della Guideline for disinfection and sterilization in healthcare facilities dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC) statunitensi.
Si è tenuto conto inoltre del rapporto tecnico UNI TR 11662 che contiene le buone norme di preservazione e pulizia degli strumentari e che fa seguito all’emanazione della Legge 8 marzo 2017 n. 24, riguardante le “Disposizioni in materia di sicurezza delle cure e della persona assistita nonché in materia di responsabilità professionale degli esercenti le professioni sanitarie” (meglio nota come c.d. legge Gelli–Bianco). Le tematiche affrontate vanno dal rischio clinico legato al reprocessing fino alla responsabilità medico-legale dell’operatore sanitario.
Le indicazioni operative proposte includono sia elementi di tipo strutturale sia aspetti relativi al processo e componenti riguardanti la formazione e la sicurezza degli operatori.
Dalla revisione della letteratura scientifica è emerso che vi è una scarsa aderenza degli operatori alle indicazioni fornite da linee guida e protocolli a causa di un eccessivo carico di lavoro, carenza di personale dedicato o di attrezzature adeguate e mancanza di un sistema di tracciabilità efficace.
L’adozione delle indicazioni operative proposte pertanto può apportare dei miglioramenti omogenei per le strutture operanti nel contesto sanitario nazionale sia in termini di procedure sia rispetto alla formazione del personale, ribadendo la necessità di monitorare il processo per garantire la sicurezza di pazienti e operatori.
Autori
Antonietta Perrone a.o.u. federico ii napoli italy
Anna Pisacane a.o.u. federico ii napoli italy
Mariarosaria Basile a.o.u. federico ii napoli italy
Maria Triassi a.o.u. federico ii napoli italy
Margherita de Maria a.o.u. federico ii napoli italy
Carmela Severino a.o.u. federico ii napoli italy
Serena Lombardi a.o.u. federico ii napoli italy