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LA PARITA’ DI GENERE INIZIA DA LONTANO

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Area tematica
Sviluppo di tecnologie e dispositivi per la salute

Abstract
La medicina di genere si è consolidata negli ultimi anni: il primo studio che ha messo in luce come in quasi nessuno studio clinico precedente erano state arruolate donne fu pubblicato nel 1985 dall’Office of Research on Women’s Health americano, il primo servizio di sanità pubblica dedicato alla ricerca della salute della donna. Negli anni 90 la FDA emette le prime linee guida e negli anni 2000 la medicina di genere viene inserita nell’Equity Act della WHO. In Europa il Karolinska Istitute fonda il primo centro di ricerca precorrendo i tempi di un cambiamento culturale che trova oggi l’appoggio delle principali istituzioni europee e che si fonda sul concetto che il genere, così come altre variabili biologiche, ambientali, culturali e socio-economiche debba essere considerato nell’approccio allo studio farmacologico. L’approccio genere-specifico non riguarda solo la sperimentazione farmacologica, ma anche la progettazione di dispositivi medici con caratteristiche specifiche che tengano conto delle peculiarità fisiche e delle diverse attitudini all’ utilizzo di uomini e donne. Si apre quindi un ventaglio di possibilità in cui una sinergia costruttiva tra il mondo della ingegneria biomedica e il mondo della medicina porti la donna al centro della innovazione tecnologica, consentendo a una squadra multispecialistica di lavorare per identificare i bisogni, le aspettative e le peculiarità fisiche della paziente e dell’utilizzatrice. Da questa analisi nasce il progetto imprenditoriale, incubato presso I3P Politecnico di Torino, di una startup a forte componente femminile dedicata alla progettazione e convalida di interfacce complesse di dispositivi medici. Il proof of concept di tale progetto è un dispositivo autodiagnostico di analisi delle urine che risolve, grazie alle caratteristiche di progettazione, i più tipici caratteri di scarsa utilizzabilità ed errore dell’utente. Il dispositivo, attualmente i fase di brevettazione, contiene soluzioni progettuali atte a risolvere queste mancanze dei dispositivi nello stato dell’arte. La parità di genere inizia da lontano: non è solo necessario che i progettisti tengano in considerazione i bisogni e le aspettative delle utenti e delle pazienti. La vera e rivoluzionaria parità di genere sarà la presenza, nel team di progetto, di progettiste formate per interpretare i bisogni della donna e costruire dispositivi medici che considerino- davvero- la paziente al centro.

 

Autori
Alice Ravizza Commissione Pari Opportunità Ordine degli Ingegneri di Torino
Laura Ferrara Commissione Pari Opportunità Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Torino

 

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