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ORGANIZZAZIONE E MANAGEMENT: PARTIAMO DALLE RISORSE ASSISTENZIALI

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Area tematica
Health Operations/Project Management

Abstract
BACKGROUND
Nei processi di organizzazione e programmazione di servizi sanitari in cui può essere utile la figura dell’Ingegnere clinico come Operation Manager, un aspetto determinante è la definizione delle risorse assistenziali. L’Operation Manager e la dirigenza infermieristica devono trovare un linguaggio comune nell’ambito delle rispettive competenze. In Italia è ancora in corso lo studio di una metodologia accettata e condivisa a livello nazionale. Le sperimentazioni proposte da Agenas, Regioni e Ministero si presentano come modelli parametrici rigidi che compattano caratteristiche di valore quali sicurezza, qualità, vincoli normativi, efficienza ed economicità ma che non tengono conto di alcune variabili legate alle stesse peculiarità e complessità del sistema in cui dovrebbero essere agiti: questi modelli valorizzano le risorse correlandole alle singole specialità, utilizzando il minutaggio quale parametro di valutazione. La componente professionale, di contro, si riferisce a studi giunti in Italia nel 2016(Aiken 2014, Sasso 2017), i cui risultati evidenziano che se lo staffing infermiere/assistiti è pari a 1/6, la mortalità a 30 giorni diminuisce del 30%(Aiken 2014), il burnout è risultato associato al peggioramento di outcome di sicurezza dei pazienti(Nantsupawat 2016) e la percezione degli infermieri rispetto a qualità e sicurezza è associata con il reale andamento di indicatori di esito(McHugh 2012). Molto interessante è stata la valutazione delle “missed care” correlate allo staffing e associate al rischio di mortalità dei pazienti.(Kalisch 2014, Ball 2017)
OBIETTIVO
Valutazione del fabbisogno di risorse assistenziali nel contesto sanitario attuale.
METODI
Comparazione di strumenti sperimentali alla luce delle letteratura attuale.
RISULTATI
Nel contesto biellese la speculazione comparata tra metodologie Agenas, Regioni e Ministero ha evidenziato come il minutaggio quale parametro di valutazione risulti obsoleto e anacronistico rispetto all’organizzazione per “intensità di cura” (proposto dalla Regione Piemonte) o aree aggregate, ai bisogni di salute della popolazione di riferimento (anziani e cronici) che chiedono interventi sempre meno prestazionali (veloci) e sempre più progetti di presa in carico ed educazionali (più lenti), agli standard di sicurezza professionali al fine di abbattere il rischio di “missed nursing care”.
CONCLUSIONI
L’algoritmo prestazionale non può essere l’unico strumento per la valutazione delle risorse assistenziali.

 

Autori
Antonella Croso asl bi biella italy
Claudia Gatta asl bi biella italy
Fabio Bertoncini asl bi biella italy






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